sabato 26 novembre 2011

La fame chiama, Berlino risponde

Abitudini alimentari
Nel mio appartamento Berlinese la cucina è minuscola e non ha un tavolo. All'inizio pensavo fosse una scelta del proprietario ma poi, conoscendo altre persone, ne è risultato che davvero nessuno ha un tavolo in cucina. Non c'è un vero e proprio momento di condivisione, come ci hanno da sempre abituati in Italia. Niente riunione di famiglia intorno alla tavola apparecchiata e pronta a ricevere le pietanze. Funziona così: ognuno col suo piatto in mano, le sue posate, il suo bicchiere appoggiato da qualche parte. Si mangia in piedi o seduti per terra o su qualche sedia, se presente. Almeno è quello che facciamo noi in questo appartamento e non dubito funzioni diversamente in altri luoghi. Sedersi per mangiare non è una consuetudine. Meglio in piedi, di corsa, camminando, facendo la spesa o aspettando la metro. Credo sia tutto dovuto al fatto che qui i tedeschi non mangiano, si nutrono. Non hanno dei veri e propri pasti. Tra cena e pranzo non c'è nessuna differenza e questo è rafforzato anche dal fatto che esista una sola parola tedesca per chiamare entrambi che è “essen” che poi non è altro che il verbo stesso “mangiare”. Il regime nutrizionale a Berlino fa la gioia dei take away, sorti copiosi per arginare la fame e assecondare le abitudini alimentari. Cibo pratico, che argina la fame o sopperisce a qualche peccato di gola.

Dove “cibarsi”
In qualsiasi ora è reperibile quello che si preferisce. In orari casuali i Berlinesi si affollano ai vari take away che si presentano, in sequenze modulari, a chiunque si aggiri per le strade di Berlino: Dunkin' Donuts per muffin e caffè per 3,60€, da qualunque Turco abbia aperto un'attività Kebab e Falafel in media a 2,50 € (a Turmastrasse e a Oranienstrasse anche 1.80€), da Aris pollo arrosto + fritto (a 6 euro menù con bibita), praticamente ovunque Chinese box o Vietnamitan box con noodles per 2,50€ (con carne a 3-3,50€), piatto Bratwurst da 1,50-2,50€ in qualsiasi baracchino (evitare le zone più turistiche come Potsdammer Platz). Qualsiasi etnico si desideri provare, lo si troverà senza problemi. Anzi, sarete presi dall'imbarazzo della scelta. Pollo coreano? Indiano? Ungherese? Giapponese? Se optate per quest'ultimo consiglio Rosenthaler Platz. Ottimo piatto abbondante di sushi+maki per 10€ (birra giapponese inclusa). In Germania anche il ristorante Italiano diventa “etnico”. Diffidate delle insegne. Solitamente i posti non sono gestiti propriamente da italiani e quella che viene definita cucina tipica non lo è assolutamente. Per quel che mi riguarda posso consigliare la pizzeria (che però fa solo pizze al trancio) “da Giovanni” a Turmastrasse. Con 1,50 ci si porta a casa un pezzo di Margherita, con 1,80-1,90 un trancio delle farcite. La pizza è molto buona per gli standard Berlinesi (alla faccia di Pizza Hut) e il cuoco è davvero Italiano (Il ragazzo che serve è Russo, ma è molto simpatico).  

venerdì 11 novembre 2011

Lontano dagli occhi

Ci sono giorni in cui senti che manca davvero qualcosa nella tua vita. Cammini nella nebbia, in una Berlino che non riconosci. Pare sia sera, ma sono solo le 5 del pomeriggio. Ti guardi intorno, cerchi qualche indizio che ti faccia capire che quella è la via di casa, sia esso l'insegna luminosa di un take-away Vietnamita o il cartello su sfondo blu con il nome impronunciabile della fermata della metro. Stringi bene la sciarpa, inspiri forte forte e guardi la canzone che sta per far partire il lettore mp3 prima di rimetterlo in tasca. Prendi una direzione. Cerchi di distrarti, di non pensarci. Ti concentri sulla canzone, indaghi nella tua memoria per recuperare il titolo dell'album a cui apparteneva. “Breed è in Bleach?” Non tiri fuori il lettore dalla tasca per controllare. Trovi l'entrata della metro, sali le scale. Corri per gli ultimi 3 scalini, quando vedi i vagoni in partenza all'orizzonte. Ti siedi su un posto vuoto e cerchi di guardare fuori ma l'unica cosa vedi solo la tua immagine riflessa. Una ragazza con capelli scompigliati e inumiditi, con un sorriso accennato come se le avessero detto di fare “cheese” prima di scattarle una foto che non voleva. Ti tocchi i cappelli, cerando di ridare loro il volume che l'umidità aveva completamente tolto. Quel gesto semplice accompagna l'immersione nei pensieri. Pensieri che sono fatti di persone. Ogni persona è associata a un nome, a un volto, a un luogo e a un gesto caro che ti manca. Non vuoi pensarci, distogliendo lo sguardo dal finestrino lo rivolgi a chi ti è seduto di fronte. Uomo e donna, le mani dell'uno su quelle dell'altra. “Si stanno tenendo per mano e sono così innamorati.”. Sembra che per loro quello spazio e quel tempo che gli altri stanno vivendo non sia così fondamentale. È come se non fossero nella stessa linea U2 con te o con quella ragazza riflessa nel finestrino.

Puoi scappare a tutto ma non a quello che ti manca.  

martedì 8 novembre 2011

FASHION in BERLIN: look giorno uomo e donna autunno-inverno 2011

La moda Berlinese colpisce l'occhio di una giovane donna italiana attenta ai dettagli. In metropolitana, per le strade, nei bar o all'Università è facile trovare ragazzi e ragazza che sfoggiano quello che è il look di Berlino. Ma vediamo in dettaglio quali sono i capi che rientrano nella collezione “fall-winter 2011” della capitale tedesca. Per ora mi limito a descrivere il look “da giorno” che è quello a cui sono stata più attenta.


Fashion autunno-inverno 2011, donna. Berlino
DONNA
Escludendo le variazioni personali, la maggior parte delle ragazze non indossa jeans ma porta calze dei più svariati colori e fantasie, a volte accompagnate da scaldamuscoli, calzini lunghi o parigine. Veste generalmente maximaglioni di lana pesante, che arrivano fino a poco sopra il ginocchio e che possono tranquillamente essere portati senza pantaloni. Alcune li accompagnano con la gonna o gli shorts. Rari i jeans ma se presenti rigorosamente skinny. Abbondante uso di magliette monocromo in abbinato a cardigan o blazer in colori autunnali come rosso bordeaux, beige, marrone e giallo ocra. Sciarpe o foulard a discrezione della percezione del freddo. Al collo va per la maggiore una collana lunga con pendaglio, per la precisione un piccolo orologio. La cintura non è un accessorio così utilizzato. Le Berlinesi preferiscono i vestiti che vestono “larghi” e che non segnano/valorizzano le forme. 
Parka e borsa Berlin Style
La scelta delle scarpe è molto soggettiva. Per la maggiore ho visto indossare stivali di tutti i tipi, specie con lacci e tacco, Dr. Martins, parigine “float” e simil-Clarks scamosciate con suola in para. Assenza quasi totale delle ballerine. Un must per l'inverno Berlinese è il cappello, specie il berretto-basco di lana (ho visto che lo portano proprio come accessorio anche quando sono a lezione all'università o quando lavorano). Niente cappotto. Per ripararsi dal freddo e essere “in” la scelta cade rigorosamente sul parka. I colori variano dal kaki, al blu, al beige. Il taglio è “largo”, lungo fino al ginocchio, con cappuccio foderato in simil lana, cerniera, bottoni e possibilità di stringerlo in vita tramite due piccoli spaghi. Insomma, stile Liam Gallagher degli Oasis. Lo si può trovare sia nei mercatini, sia da H&M a meno di 50€.
I capelli delle Berlinesi sono generalmente sempre in ordine e raccolti. Per i capelli lunghi, oltre alla coda è molto usata la treccia alla francese. Il taglio corto è il solito taglio “indie”, quindi rasato ai lati e con ciuffo davanti. Il colore è quello naturale, rari i casi delle tinte, diffuse ovviamente tra i punk e le scene queen.
Abbondante uso di trucco per le donne. Molto giovani ne adottano meno, con l'età inizia quasi l'abuso.
Gli accostamenti di colore dei capi sono spesso casuali, almeno a mio modesto parere. Look molto originale e creativo ma che non hanno niente a che vedere con la parola “eleganza”.

UOMO
Autunno-Inverno 2011, uomo. Berlino
Anche per i ragazzi il look varia a seconda dello stile personale che si vuole adottare. Per la maggiore va lo stile dandy. Jeans o pantaloni molto stretti, accompagnati da maglietta o camicia a quadretti sotto cardigan o maglioni a righe. Le scarpe che accompagnano questi capi sono definibili come “eleganti”. Pelle scamosciata per le Clarks, satinata per gli stivaletti che arrivano fino alla caviglia con pantalone rigorosamente infilato dentro. Totale assenza di Converse All stars, probabilmente in clima non permette di portarle. Accessorio maschile di ampio uso sono gli occhiali. Montatura da vista dai richiami vintage in tonalità “havana”. Per ripararsi dal freddo l'uomo utilizza il berretto e il cappotto di lana. I colori sono nella maggior parte dei casi scuri. Il look è molto alla Franz Ferdinand.


Franz Ferdinand
Il taglio di capelli più diffuso è quello che va di moda tra gli indie ossia “lungo davanti e corto/rasato ai lati”. Molti hanno i capelli di lunghezza media. La maggior parte degli uomini ha una bella chioma folta, almeno fino ai tren'anni (o forse è tipico degli uomini che guardo io). I capelli sono comunque sempre ben pettinati e curati, cosa che fa molto rivista patinata. Chi ha la barba la porta lunga e ha spesso i cappelli scuri. Molti biondi, nella loro bellezza efebica, non hanno barba.



BORSE
La borsa, qui a Berlino, è un accessorio sia maschile che femminile. Per la maggiore vanno le borse di tela con scritte di vario genere da quella più banale “I was in love with music” a quella che, ironica, dice “My other bag is leather”. Le donne portano molto zainetti anni '90, in simil pelle che ho visto avere parecchio successo nei mercatini. Molto utilizzate sono anche le borse a tracolla formato “cartella”, color cuoio. Gli uomini utilizzano dei “miniborsoni” (sono di piccole dimensioni ma la forma è quella di un borsone) in pelle o in tela che possono essere portati sulla spalla o anche a mano.



Tutto questo è quello su cui il mio occhio si è focalizzato. Ovviamente non è detto che sia tutto ma è buona parte di ciò è degno di nota per quel che riguarda l'abbigliamento!

sabato 5 novembre 2011

Comprare e vendere cultura.


Kulturkaufaus. Letteralmante “casa dove comprare la cultura”.
Alla disperata ricerca degli edifici dell'Università “Von Humboldt” mi ritrovo in questo spazio dedicato all'acquisto di libri, cd e dvd. 5 piani di un edificio gigantesco che comprende una buona parte dell'altrettanto immensa Friederichstrasse. Nei diversi piani della sezione libri e riviste, è possibile trovare una quantità immensa di fumetti (manga inclusi) e ogni genere di libro che si immagini, dal più tecnico al più commerciale. Tutto in tedesco, ovviamente. Non manca però una fornitissima sezione di libri in altre lingue che comprende anche quella in Italiano. Sotto l'etichetta “Italianisches” abbiamo Dante, Petrarca, Foscolo e Benni insieme ad altri libricini connessi a opere liriche. Umberto Eco, invece, è tradotto in tedesco e riposto negli scaffali centrali vicino all'entrata. A quanto pare fa parte di una letteratura ormai mainstream. La cosa che mi ha stupito e che stupirebbe molti miei colleghi patavini è la sezione dedicata alla critica letteraria. Circa 6 o 7 scaffali sia in lingua tedesca che in lingua inglese che rende ridicolo l'unico scaffale e per di più non esclusivamente dedicato, della Feltrinelli di Padova (e anche delle varie librerie di Milano). Inoltre, cosa che ancora una volta fa la differenza, una sezione della libreria è dedicata ai libri stampati dalla casa editrice “Reclam”. Sono libri tascabili, molto più piccoli del normale (il formato è circa 15x7cm). La copertina è leggera e la carta per la stampa è riciclata. Costano tra i 2,60 e i 3 euro ciascuno e l'editore stampa in tedesco tutti i classici letterari di tutto il mondo in prosa e poesia, nonché testi di filosofia, scienza, cinema che hanno fatto la storia culturale di tutta l'umanità. Questo fa in modo che, con pochi euro, si possa acquistare un libro fondamentale per la cultura tradotto nella propria lingua e pratico tanto da poter essere portato sempre con sé. Da brava lettrice avrei tanto voluto acquistarne uno. Ne ho sfogliati un paio e non capivo quasi nulla di quello che c'era scritto. Ho chiesto a un ragazzo accanto a me, immerso nella sezione di filosofia, se mi poteva consigliare qualcosa di facile comprensione ma ha detto che non ne esistevano in quella edizione. Così ripasserò quando il mio livello di tedesco sarà all'altezza. Un altro motivo per ripassare in questo posto sono i commessi. Ogni commesso veste letteralmente i panni della sezione del negozio nella quale lavora. Per il reparto musicale, nel centro informazioni inerente il metal, c'è il classico metallaro: total black look, capelli lunghi e barbetta. Nella zona musicale definita come “Alternative” c'è il ragazzo con taglio di capelli corto lui lati e lungo davanti, barba, maglietta sotto a cardigan bordeaux, skinny jeans e Clarks. E così via a seconda del genere musicale del quale si occupa. Ovviamente ai vinili c'è un vecchierello con i capelli grigi lunghi e gli occhiali.
Deformazione professionale mi ha portato a passare un po' di tempo nella sezione denominata “Sprachen für kinder”, ricca di libri per l'infanzia. La cosa che mi ha più allarmato era che non riuscivo a leggere i libri in tedesco destinati ai 2-4 anni. Poi ho capito che la causa di tutto è il fatto che questi libri cercano di insegnare nuove parole ai bambini utilizzando enunciati comuni nell'interazione bambino-adulto e per me queste frasi sono ancora arabo (e allora non posso che pensare a Chomsky e al LAD per poter gioire delle mia ignoranza).
Tra gli scaffali, in appositi spazi, i tanti acquirenti dai caratteri eterogenei seduti in comode poltrone leggevano libri o riviste in vendita, o in zone dedicate all'ascolto definite “ohr bar” ascoltavano piccoli estratti dei cd che poi avrebbero potuto comprare.
Non ho esplorato bene la sezione cinema ma ci ritornerò per vedere quanta Nouvelle Vague mi propone.

Perdersi e disperdersi tra le parole scritte. Non posso chiedere di meglio per un venerdì pomeriggio.

Wörterbuch: arricchimento lessicale quotidiano
Fisch: fresco
Abfhart: partenza
Ankunft: arrivo
Keine ursache!: non c'è di ché!
die Ursache: causa
die Bäckerei : panificio
die Geschichte: il racconto

Nell'immagine caricata compaiono alcuni libri venduti nel Dussman Kulturalkaufhaus che insegnano a flirtare a seconda della nazionalità da accalappiare. Propongono alcune frasi tipiche, nelle due lingue, limitate a particolari situazioni (per esempio: "in discoteca" o "in spiaggia"). Insomma, dei manuali per "perfetti marpioni" all'estero. Quello per l'italiano era davvero ridicolo, c'erano cose come "bella figa" o l'utilizzo del termine "ganzo" che non si sente dagli anni '90!

Ascolto Berlinese al Kulturalkaufhaus che consiglio.
http://www.youtube.com/watch?v=ul_GljH4BrY&feature=results_main&playnext=1&list=PL3E648397C32CE3DE

venerdì 4 novembre 2011

Primo giorno a Berlino. "Hier, it's normal"

Mi sono appena ustionata con l'acqua della doccia. Colpa di questa usanza di non installare nei bagni dei rubinetti con dei comodi miscelatori. Per fortuna o sfortuna, nella mia nuova camera fa talmente tanto caldo che i capelli si stanno già asciugando. Tutto senza il phon, che pareva così indispensabile da costarmi tre magliette, causa peso massimo raggiunto dal bagaglio a stiva. Sarà anche questo microclima pluviale ad avere convinto Thomas ad arredare questa stanza con così tante piante. Quasi sicuramente dimenticherò di innaffiarle. Pur essendoci una quasi “ancestrale” omonimia, Thomas non è il ragazzo di Vicenza che ho salutato ieri, è il mio coinquilino Berlinese. A Berlino c'è nato, vissuto e con molta probabilità ci morirà. Ha avuto una moglie turca, cosa che non stupisce visto le dimensioni della loro comunità (e la quantità di Doner Kebab). Nella capitale svolge il suo lavoro che, a parer mio, è di tutto rispetto. Minimizzando potremo dire “fa il PR”, ma se vogliamo rendere onore a quello che riempie parte delle sue giornate lo definiremo “organizzatore di eventi”. Non solo party privati animati da dj tendenti all'hipster, con maglioni sdruciti da mercatino delle pulci abbinati a costose cinture Gucci. Si occupa anche di eventi culturali, come reading musicali, pièce teatrali e mostre d'arte. Il sogno di molti iscritti alla facoltà di Comunicazione nell'ateneo Patavino. I miei occhi di letterata guardano la birra che avevamo appena stappata ma a poco a poco palesano l'ammirazione. A questa evidenza risponde con una frase che avrà pronunciato almeno una decina di volte in quel discorso “Hier, it's normal”. A Berlino qualsiasi cosa pare essere normale. Normale è che se qualcuno ti vede guardare la cartina sperduto ti si avvicini chiedendoti se hai bisogno di informazioni. Normale è che un perfetto sconosciuto incontrato davanti al portone della tua nuova casa si offra di portare i tuoi due bagagli di 30 e 20 chili per 5 rampe di scale. Normale è il punk, con le suole dei Dr. Martins attaccate con lo scotch per i pacchi, al supermercato di fronte la stazione dello Zoo che compra i cereali al cioccolato. Normale è il sessantenne biondo e prestante, con camicia blu aperta fino al sesto bottone, in piedi, sull'uscio della chiesa di Turmstrasse, intento a fare prendere il sole al suo petto glabro. Normale come il fatto che la birra costi meno dell'acqua o che Berlino e Brema si combattano il primato di città più povera della Germania. Nella norma è anche insegnare a scuola non la storia della Germania, ma quella America, perché, si sa, la storia la fa chi vince. Normale come il rischio di arresto che si incorre a mostrare per le strade tedesche la solo una foto del Fürher. Normale come quando ho dimenticato di comprare al supermercato qualcosa da spalmare sopra questi cracker integrali da 0.99€.

Wörterbuch: arricchimento lessicale quotidiano
Zerstoren: distruggere
der Kuhlschrank: frigorifero
die Dusche: doccia
der Schrank: armadio
Nichraucher: non fumatori