giovedì 19 aprile 2012

Il giorno in cui comprai "Lettere a Milena" di Franz Kafka il cielo era grigio e non avevo un ombrello

Il giorno in cui comprai "Lettere a Milena" di Franz Kafka il cielo era grigio e non avevo un ombrello. Un cappotto beige comprato al mercatino dell'usato, un paio di leggins blu e delle Superga che avevano dimenticato il loro colore originale da parecchi anni. Avevo i capelli raccolti e le lenti a contatto. Non c'era sole ma avevo deciso che avrei rimesso i miei rayban Wayfarer. Avevo bisogno di avere più carisma e sintomatico mistero o solo la necessità di andare altrove. Il mio portafoglio conteneva solo una banconota da 10 euro. Prezzo ci copertina: 9,50. Tornai con una monetina da 50 centesimi e senza timbrare il biglietto dell'autobus.
La sera prima avevo pensato alla sua partenza, alla mia partenza, a tutte le partenze. Volevo immergermi nella distanza, perdermici. Allo stesso tempo volevo uscirne, con le parole. Lette e scritte. Ecco che allora mi venne in mente questo libro e mi dissi che era necessario acquistarlo Un romanzo epistolare, di amore costruito sulla carta, quella delle lettere. Me ne venne in mente uno, costruito su una tastiera, mediato da uno schermo, da una terza lingua che non è dei due innamorati e che trova il suo inizio e la sua conclusionee nel pulsante invio.



Copyright Roberta Silvia Pellegrini









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